Come viene eseguita la sterilizzazione?
La procedura di sterilizzazione prevede 3 fasi: il lavaggio, la decontaminazione in vasca ultrasuoni e la sterilizzazione in autoclave.
Il lavaggio prevede l’eliminazione dei frammenti organici macroscopici (visibili ad occhio nudo) con l’ausilio di spazzole metalliche.
La decontaminazione in vasca ad ultrasuoni prevede la pulizia degli oggetti dalle impurezze più tenaci e disposte in cavità difficilmente raggiungibili manualmente. La vasca viene riempita con un disinfettante specifico per attrezzature mediche. Il meccanismo di lavaggio ad ultrasuoni consiste in un generatore che produce vibrazioni ultrasoniche con una frequenza di circa 45.000 oscillazioni al secondo. Queste micro-vibrazioni creano all’interno del liquido microscopiche bollicine di cavitazione che implodendo generano energie acustiche d’urto che distaccano anche lo sporco più profondo dagli oggetti da pulire.
La fase di sterilizzazione vera e propria avviene all’interno di un macchinario chiamato autoclave. La norma EN 556, che rappresenta lo standard per le autoclavi a vapore, indica che un’autoclave è da considerarsi in linea con il principio di fattibilità tecnologica se la probabilità di trovare un microrganismo vitale all’interno di un lotto sterilizzato è inferiore a uno su un milione. Qualsiasi studio odontoiatrico a norma è dotato di un’autoclave a vapore in grado di raggiungere questo risultato.
Esistono 3 classi di autoclavi (N = Naked solid products, B = Big small sterilizers, S = Specified by the manufacturer, cioè tutte le altre). In uno studio dentistico si utilizzano autoclavi di classe B; si tratta di macchinari con prestazioni analoghe a quelle utilizzate in una struttura ospedaliera; il carico può essere rappresentato da materiali porosi, corpi cavi (turbine, manipoli, cannule) e materiali tessili (garze, camici); l’autoclave deve soddisfare specifici requisiti di biosicurezza stabiliti dal D.Lgs. 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro) e deve rispondere ai requisiti UNI EN 13060, il quale indica anche quali test vanno effettuati per accertarne il corretto funzionamento.
Un’autoclave di tipo B è fornita di una pompa del vuoto integrata e funziona con un sistema di “vuoto frazionato”; ciò significa che prima di iniziare la vera e propria fase di sterilizzazione, compie tre cicli di svuotamento e riempimento della camera; ciò consente di estrarre le bolle d’aria da piccole cavità o porosità degli strumenti e permette al vapore di entrare in contatto con tutta la superficie interna ed esterna dei dispositivi, sterilizzandoli perfettamente.
Le temperature raggiunte variano tra i 121°C e i 138°C.